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Muratori Bergamaschi Racing Team

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3.9.08

Giornalista per un giorno

Ciao cari, eccovi la copia dell'articolo che ho scritto - e che naturalmente non verra' mai pubblicato - per il sito ufficiale del Box Rally.

Buone cose

libks


NEW VERSION!!

Dopo le pressioni subìte dall'alto, altissimo, e purissimo, ecco il nuovo articolo!

Ciao cari

Buona lettura


livvvvio
****

Chi siamo
Ovvero: la storia finta da raccontare alla stampa

Il boxrally e’ un gruppo di persone accomunate da una grande passione per le macchinine di legno.

Con queste semplici vetture, costruite seguendo uno scrupoloso regolamento tecnico (vecchio piu’ di cinquant’anni!) che lascia comunque spazio all’inventiva dei piloti-costruttori, organizziamo un vero e proprio campionato al quale partecipano una quarantina di equipaggi.

Nei nostri “rally”, si alternano tratti molto veloci e difficili, ad altri lenti e pieni di insidie, come trampolini, vasche d’acqua, gradini!, che stressano parecchio le macchinine in legno (e gli equipaggi), ma che sono determinanti ai fini della classifica finale e a fare affezionare alla nostra “malattia” il pubblico che viene a vedere le nostre gesta.

Il team del Boxrally pero’, non e’ solo professionalita’ nell’organizzare (e nel partecipare) a questi eventi: quello che anzi e’ ancor piu’ importante, e’ il sereno rapporto di amicizia che lega in maniera molto stretta questo gruppo, e che fa spesso passare in secondo piano l’aspetto agonistico.


Chi siamo

Ovvero: la storia vera che pero’ dobbiamo non raccontare a nessuno

Nel 1953, un gentiluomo di nome Scheggia, si reco’ al mercato con il suo vecchio ma simpaticissimo nonno, detto “il Tilli”, che era molto arzillo ma questa e’ un’altra storia.

Dicevo, a quel mercatino, il bambino Secchia, vide alcuni ragazzotti, fare una fatica enorme mentre tentavano di spostare delle saponette che erano messe all’interno di una cassa.

Questa cassa, infatti, aveva un fondo completamente rivestito in gomma, cartavetrata e cose dal grandissimo attrito, e a fatica veniva fatta strisciare sulle strade dell’epoca, anch’esse fatte con bitumi di fortuna, molto spesso con delle altissime percentuali di gomma e cartavetrata mischiate a dei sassi molto ruvidi.. ma questa e’ un’altra storia.

Quel furbacchietto del Scheglia, dopo aver visto al cinematografo del paese una pellicola delle Comiche dove a stallioeollio si accendeva una lampadina i testa, ci venne una sorta di idea emulatrice: ruppe le scatole al povero nonno e lo costrinse a comprargli una lampada ad incandescenza da 25 candele (ai tempi non si sapeva ancora cosa fossero i watts, i lumen, o peggio ancora il risparmio energetico) e a posizionargliela alcuni centimetri sopra alla “fontanella”.

Con questo semplice trucchetto, il nostro bambino Schecca capi’.

Capi’ che quei ragazzotti erano anche un po’ stupidotti, ed ando’ da loro affinche’ si illuminassero un po’.

Dapprima fece loro vedere la lampadina che il buon nonno non si stancava di tenergli sulla fontanella e, una volta conquistatoli con la sua nobile parlantina di bambino prodigio, disse loro:

“Ragazzotti un po’ ignorantotti: queste scatole per il trasporto del sapone, costruitele in legno, e mettete loro sotto delle ruote in legno, cosi’ farete molta meno fatica a trasportare le saponette da un mercato all’altro. Inoltre potreste consigliare anche ai signori facoltosi, di metter su delle aziende per asfaltare un po’ come si deve tutte le strade dell’italia.”

Fu cosi’ che iniziarono i lavori della Salerno – ReggioCalabbbria, ma questa e’ un’altra storia, e il bambino ormai cresciuto Saetta non vuole che la racconti a nessuno.

Dopo averlo picchiato un bel po’, ed avergli rotto la lampadina in testa per averli chiamati ignorantotti, quei ragazzotti capirono che il marmocchietto non aveva tutti i torti, e costruirono queste cassette di legno e con sotto delle ruote.

A causa dei soldi spesi per la lampadina, il povero nonno non riusci' al martedi' sera a portare il piccolo Sacca al cinematografo dove proiettavano un film Polacco coi sottotitoli scritti in piccolo, ma lo accompagno' con una vecchia sedia a vedere il treno.

Che e' sempre il treno.

Che pero’ giovedi’ scorso era un po’ piu’ lungo.

Che se lo facessero passare piu' spesso uno si abituerebbe e non gli piacerebbe piu'.

Pero' il treno e' bello.

Eh, si’, il treno e’ bello.


La domenica seguente, sempre con lo stesso nonno (che si era tagliato una mano per cercare di salvare la lampadina), si reco’ ancora al mercato, vedendo che i ragazzotti avevano usato la sua idea; ne fu talmente colpito che chiese:

“Nonno, nonno, ti prego nonno. Comprami ancora una lampadina, perche’ questa volta mi sa che mi viene un’idea che spacca”.

Anche se un po’ titubante, il nonno accontento’ il nipotino Sirchia, soprattutto attònito dalla parola futurista utilizzata dal nipotino: pensava, tra sè e sè ''Ma cosa vorra’ dire “un’idea che spacca”?? Siam sicuri che il mio nipotino inventi dei neologismi a go-go, o piu' semplicemente non sia un bambino che viene dal futuro??''

Considerando che nel passato ancora non si conosceva l’esistenza del futuro, e chi la ipotizzava veniva accusato di stegoneria, probabilmente pure il nonno di Sicchia veniva dal futuro... ma qui si aprirebbe una parentesi che per chiuderla ci vorrebbe che l’acceleratore di particelle che fa big bangs ei buchi neri a Ginevra che poi se maggnano tutto il mondo, venisse prima riparato.

Il bimbo, con la sua lampadina nuova in testa, si immagino’ quei ragazzotti ignorantotti divisi in gruppi di 2, uno dentro alla scatola e l’altro fuori a spingere: in quell’istante nasceva il Soap Box Rally.....


Ma questa e’ un’altra storia.